Hai iniziato svenandoti per Van Basten, anche se si sapeva che era infortunato e che sarebbe stato più in Belgio dal sinistro dottor Martens che non in Italia sul campo di gioco (ma nulla a che vedere con quello che sarebbe poi accaduto…o non accaduto).
Hai proseguito ingaggiando, anni più tardi, una maxirissa all’ultimo miliardo per aggiudicarti campioni inenarrabili quali De La Pena e Mendieta, sei andato avanti vedendo vincere chi aveva Pinardi e De Ascentis, quando tu avevi Zidane e Nedved, stai continuando facendo scambi del tipo Adriano-Pandev&Foggia o Shevchenko Ibrahimovic una manciata di mesi prima che Shevchenko e Adriano vadano via dall’Italia (per giunta, ciò che più conta, altrimenti sarebbe poco male, hai inventato pochi mesi prima la regola dei “contratti pluriennali”, grave forma di fantamalattia che porta alla devianza e al ricovero coatto).Tu, nonostante tutto, continui. E sai che, comunque vada, qualsiasi cosa accada, qualunque avversario provvisto del disarmante tandem offensivo M’boma-Osmanovsky ti sopravanzi, tu continuerai. Perché la nostra malattia, è una malattia un po’ così, non conosce cura, non possiede rimedi, e si nutre di sé stessa avidamente. E’ capace di trasformare stimati professionisti in giovani prepuberali nell’esultanza e nella sofferenza, e giovani prepuberali in stimati professionisti di un gioco che non tramonterà mai. Una malattia che porta alla devianza, dicevamo, perché vuoi che non sia devianza cimentarsi in liti furibonde con la fidanzata la domenica pomeriggio perché nervoso dopo che Filippini, non importa quale, ha appena segnato il gol dell’ 1-5 inutilissimo per la sua squadra, utilissimo per far perdere a te la sfida della stagione? Non è gravissima devianza cimentarsi in altrettanto furibonde liti il sabato pomeriggio, sempre con la fidanzata, ovvio, perché vuole andare al centro commerciale e in tv c’è l’anticipo Livorno-Chievo e tu devi assolutamente controllare cosa fa Bakayoko che è il tuo terzo panchinaro? Insomma, signori, la questione è semplice: è una male senza soluzione. Nel momento in cui decidi di cimentarti in quel gioco di cui parlano tutti e per il quale litigano tutti dal lunedì al venerdì (il sabato e la domenica mica si litiga…di più!) la tua vita cambia. Firmi la tua condanna, entri in un tunnel dal quale non uscirai più. Almeno, non ne uscirai vivo. Per cui, prima di proseguire, abbiamo il dovere morale, civico e religioso di spingervi a una riflessione, e come in una pubblicità progresso dirvi, a cuore aperto: voi che ne siete ancora fuori, non entrate nel tunnel! Non andate verso la luce! Questo gioco è una droga, com’è che era? La droga ti spegne…il fantastress pure! Il fantastress uccide. Voi che siete ancora in tempo, non fatelo!